La rucola è una pianta erbacea annuale, alta 20-80 cm, molto aromatica e di sapore piccante, con fusti ascendenti, generalmente ramificati e spesso arrossati in alto, glabrescenti o ± ispidi per peli semplici. Foglie picciolate, glabre, succose e carnosette, morfologicamente molto variabili, da sinuato-dentate, lirato-pennatifide a pennatosette, lunghe fino a 15 cm.
Etimologia
Il nome del genere deriva dal lat. ‘erùca’, bruco, che forse proviene da un antico vocabolo Rùga (spagnolo oruga), nome dato ad un bruco verde che si ciba delle specie della famiglia delle brassicacee, verosimilmente il pieride dei cavoli.
L’epiteto specifico dal lat. ‘vesicarius, -a, -um’ (< ‘vesica’), di vescica, in riferimento probabilmente alle proprietà diuretiche della specie.
Erba antiscorbutica, stimolante, diuretica e rubefacente, con alta concentrazione di sostanze azotate che le danno il caratteristico sapore piccante. I fiori hanno un sapore simile, ma più blando, e vengono anch’essi utilizzati per guarnire le insalate. Questa pianta si trova spontaneamente nei nostri territori e fa parte della tradizione erboristica e culinaria italiana, in cui le misticanze di erbe commestibili sono particolarmente frequenti.
Ricca di acqua, proteine e carboidrati, vanta una percentuale importante di calcio, che in una dieta equilibrata risulta essenziale. Nelle diete vegetariane e vegane rappresenta un’ottima alternativa al calcio di origine animale.
Sia le foglie che i semi della ruchetta venivano usati come aroma dai romani, ed erano comuni in Gran Bretagna nell’epoca elisabettiana. Oggi anche in Italia è molto comunemente coltivata come erba da insalata.
I semi dall’aroma piccante vengono utilizzati come quelli della senape ed in alcuni paesi se ne estrae un olio alimentare dal sapore gradevole.