Pianta erbacea perenne alta fino a 90 cm, spesso stolonifera, legnosa alla base, con un forte odore acre, ha il fusto eretto o ascendente, quadrangolare, ramificato e con pelosità variabile. Foglie larghe 2-4 cm e lunghe meno del doppio, di colore grigio-verde più intenso nella pagina superiore, vellutate e rugose, sessili, opposte, a forma oblunga, obovata a volte anche orbicolare, arrotondate all’apice, con margine dentato o crenato-dentato, con nervi evidenti.
È pianta che si ibrida facilmente con altre specie tra cui:
- Mentha longifolia (L.) Hudson generando la Mentha x niliaca Juss e con
- Mentha spicata L. generando la Mentha x villosa Hudson
Etimologia
Il nome del genere è quello greco e deriva da Minthê, che è il nome di una ninfa che amata da Ade fu trasformata in pianta da Proserpina moglie gelosa di Ade. Il nome della specie fa riferimento al suo profumo (per la verità poco soave).
Il suo utilizzo caratterizza le pietanze della cucina in Italia, Spagna, India, Medio Oriente e in Nord Africa. Meglio utilizzarla con parsimonia, visto il carattere deciso, ma può definire il gusto di primi, secondi, verdure e anche frutta e dolci. In versione essiccata è ottima per tisane, bevande, caramelle e liquori, favorendo la digestione.
Pianta antisettica, febbrifuga, antifermentativa, digestiva, analgesica, carminativa.
Grazie al suo principio attivo, il mentolo si dimostra attivo contro le infiammazioni del cavo orale , utile nella digestione e calmante della tosse.
Conosciuta fin dall’antichità, in Cina veniva usata per le sue proprietà calmanti ed antispasmodiche, Ippocrate la considerava afrodisiaca e Plinio analgesica.
Veniva inoltre usata nella medicina popolare per prevenire la cataratta, per conciliare il sonno, per calmare i dolori di coliche renali o biliari, per combattere l’alitosi ed infine per risvegliare il desiderio sessuale.